Nutrizionista Dott. Andrea Del Seppia

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Le linee guida nutrizionali per i primi mesi di gravidanza

Le linee guida nutrizionali per i primi mesi di gravidanza

Quali sono gli accorgimenti da seguire e quali alimenti scegliere per la salute del bambino e della mamma?

Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

Dott. Del Seppia, ogni fase della gravidanza ha esigenze nutrizionali differenti e l’alimentazione, con il giusto apporto di nutrienti e calorie, gioca un ruolo fondamentale per trascorrere una gravidanza in sicurezza. Quali sono le accortezze da utilizzare?

Durante i primi mesi si consiglia una dieta varia, di cinque pasti al giorno, che preveda l’apporto di carboidrati complessi, come i cereali integrali, fibre vegetali indigeribili, che favoriscono il controllo del peso e della glicemia (soprattutto nei casi di diabete gestazionale), frutta e verdura, alimenti con proteine ad alto valore biologico, acidi grassi monoinsaturi, e povera di acidi grassi saturi.

Sono questi i punti di partenza per una corretta dieta in gravidanza che poi dovrà essere adattata a ogni singola mamma nelle varie fasi di questo percorso di vita, senza dimenticare le supplementazioni di importanti micronutrienti, come acido folico, ferro e calcio. Si ricorda, inoltre, di mantenere un apporto giornaliero costante di almeno 1 litro e mezzo di acqua che oltre a idratare è importante per la formazione del liquido amniotico.

Invece, quali sono gli alimenti che sarebbe meglio evitare?

Durante questo periodo, è importante scegliere alimenti a ridotto contenuto di calorie, con pochi zuccheri semplici, grassi saturi e sale. Quest’ultimo, per esempio, può essere sostituito da erbe, spezie, succo di limone o anche di mela ed aceto, per ridurre, così, i rischi di ipertensione arteriosa e quindi di gestosi.

 

È inoltre importante evitare il consumo di alcolici e superalcolici che si sono rivelati essere dannosi per lo sviluppo mentale del bambino e assumere con cautela anche le bevande nervine, come caffè, thè e cioccolata, prediligendo bevande decaffeinate e deteinate.

Sarebbe meglio, inoltre, evitare latti non pastorizzati, formaggi molli o semi molli con crosta o muffe (tipo brie o gorgonzola) e i patè. Attenzione anche al pesce affumicato, da consumare subito dopo l’apertura, e ridurre a una volta la settimana pesci come spada, squalo, tonno, al fine di evitare l’accumulo di possibili inquinanti (per esempio, il metilmercurio).

Le linee guida nutrizionali per i primi mesi di gravidanza

Quali sono le raccomandazioni e i consigli da seguire in cucina?

Si consiglia di cuocere bene gli alimenti evitando di mangiare cibi crudi o poco cotti (tipo uova, sushi o carpacci), riscaldare sempre gli avanzi in maniera omogenea prima di assumerli, e, quando si è fuori casa, se non si è sicuri dell’igiene, ordinare sempre pietanze ben cotte. Mangiare sempre frutta e verdura fresche, lavandole bene prima di consumarle, per esempio con acqua e bicarbonato o una soluzione di ipoclorito di sodio, un agente anti-microbico ad ampio spettro di azione.

Le tecniche di cottura consigliate sono la bollitura, la cottura a vapore, la piastra o griglia e cottura al forno. Nel momento in cui si preparano gli alimenti è importante lavare bene sempre le mani prima e dopo aver maneggiato il cibo (per esempio il guscio delle uova), facendo attenzione a pulire tutte le superfici e gli utensili utilizzati e, quando possibile, evitare di utilizzare gli stessi utensili per la preparazione di pietanze diverse. Rispettare le date di scadenza e le istruzioni di conservazione riportate sulle etichette e, se nel frattempo, si svolgono attività differenti (per esempio pulizia della casa o giardinaggio), utilizzare sempre i guanti.

Cosa consiglierebbe di mangiare nei casi in cui si soffre di nausea?

Per ridurre problematiche come nausea, vomito o reflusso gastroesofageo è necessario eliminare i cibi grassi che possono rallentare la digestione, fare spuntini sani, evitando di mangiare tardi e/o poco prima di andare a dormire. In generale, si consiglia di ridurre l’apporto di liquidi durante il pasto in caso di episodi di nausea persistente e di optare per una dieta solida o semisolida, fatta di alimenti secchi e croccanti tipo crackers, pane tostato, fette biscottate e corn-flakes, che può aiutare a ridurre il senso di nausea. Lo zenzero, inoltre, si è rivelato essere un ottimo alleato per contrastare questo problema che affligge più della metà delle donne in gravidanza soprattutto nel corso dei primi tre mesi.

Una regola da non dimenticare per poter controllare il peso e la glicemia durante questa periodo (favorendo anche la regolarità intestinale), è mantenersi in movimento costante praticando costantemente una ginnastica dolce.

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Tutte le proprietà e i benefici della curcuma

Tutte le proprietà e i benefici della curcuma

La curcuma, spezia dorata dal fascino orientale è ideale per arricchire i nostri piatti, nel colore e nelle caratteristiche nutrizionali.

Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

Dott. Del Seppia, quali sono le origini di questa spezia?

La curcuma è una pianta erbacea con fiori viola che può raggiungere un metro d’altezza. Il suo nome scientifico è Curcuma longa e appartiene alla stessa famiglia dello zenzero. È originaria del sud est asiatico ed è conosciuta in occidente poiché dal suo rizoma (una radice particolarmente ingrossata) si ottiene la spezia dal colore giallo oro: proprio a causa della sua intensa pigmentazione è detta anche “zafferano delle indie”.

La spezia della curcuma è utilizzata da tempo nella tradizione dei paesi asiatici sia come ingrediente – in India è mescolata con altre spezie nella miscela del “masala” curry – sia come rimedio naturale; più di recente si è affacciata anche sul panorama gastronomico ed erboristico occidentale.

Quali sono le sue proprietà nutrizionali?

Il primo beneficio derivante dal suo utilizzo abituale è indiretto: insaporire le nostre pietanze con la curcuma permette di ridurre l’apporto giornaliero di sale. Considerando che nella dieta occidentale è presente un quantitativo eccessivo di sodio (abbondante nei cibi salati), è auspicabile diminuire la quantità di sale che aggiungiamo ai nostri piatti e utilizzare invece spezie ed erbe aromatiche. In più, visto che pure in campo alimentare anche l’occhio vuole la sua parte, un bel un piatto colorato ci soddisfa di più di uno con un aspetto meno entusiasmante, e non solo a livello visivo!

L’apporto di curcuma nell’alimentazione quotidiana incide in maniera ininfluente sull’apporto energetico giornaliero: come tutte le spezie, essendo utilizzate in quantitativi modesti, ha un basso contenuto calorico (le calorie sono l’unità di misura dell’energia che un alimento ci fornisce). Ha però altre proprietà nutrizionali che non dipendono dal contenuto di calorie bensì da altri fattori come il suo sapore deciso e il suo contenuto in molecole benefiche per il nostro organismo. È curioso ricordare che la curcumina (la sostanza attiva estratta dal rizoma della pianta), grazie al suo colore giallo intenso, è utilizzata come colorante alimentare di origine naturale e la sua presenza è indicata in etichetta con la sigla E100.

Può descriverci i benefici per la salute derivanti dal consumo di curcuma?

Le proprietà salutistiche di questa spezia sono principalmente legate alla curcumina, un polifenolo che agisce come antiossidante nonché come antinfiammatorio naturale.
Questo composto fitochimico ha infatti dimostrato di poter ridurre lo stress ossidativo e di proteggerci dai radicali liberi (sostanze reattive che tendono a danneggiare le nostre cellule). L’effetto antinfiammatorio è dovuto al fatto che il principio attivo della curcuma blocca alcuni dei sistemi utilizzati dalle cellule dell’organismo per trasmettere l’infiammazione. Pertanto, il consumo di curcumina può essere un buon supporto per lenire, almeno in parte, le conseguenze dei processi infiammatori.

La curcumina è anche stata studiata per le sue potenzialità antimicrobiche, per i suoi effetti sul metabolismo e sui livelli di colesterolo.

Questo composto fitochimico potrebbe essere d’aiuto anche agli sportivi per attenuare, sotto alcuni aspetti, la dolorabilità muscolare in seguito a una prestazione intensa. Anche se non è ancora stato stabilito un nesso di causalità [EFSA, 2017], la curcumina sembra aiutare a mantenere un buon funzionamento delle articolazioni. Alcune ricerche hanno evidenziato, inoltre, le potenzialità di questa sostanza nell’aiutare a mantenere la salute della pelle [Vaughn, 2016]. Infine, le sue capacità antiossidanti e antitumorali sono state indagate in alcuni studi di laboratorio con risultati promettenti, ma ad oggi non disponiamo di dati certi e inequivocabili per questa attività di prevenzione o di trattamento sulle persone.

Tutte le proprietà e i benefici della curcuma

Come ci consiglia di usare questa spezia in cucina?

Il primo consiglio per l’utilizzo della curcuma è di abbinarla sempre a un piccolo quantitativo di pepe nero che aumenta la biodisponibilità della curcumina. Questa spezia in polvere è ottima per insaporire le verdure: da preparazioni velocissime, come le zucchine a rondelle saltate in padella, fino ad arrivare a sfiziose ratatouille di verdure estive (anche al forno!), con cui condire un primo piatto salutare a base di orzo o farro, ideale anche per chi segue un’alimentazione vegana.

La curcuma è inoltre strategica per dare colore alle patate al forno ed è deliziosa con i ceci e altri legumi.

Il rizoma fresco può essere aggiunto ai centrifugati, con l’accortezza di grattugiarlo utilizzando i guanti a causa della sua intensa pigmentazione. La polvere può essere addizionata all’impasto per il pane fatto in casa, oppure, nella miscela del curry, ci permette di preparare piatti etnici, come il popolarissimo pollo al curry.

Infine, possiamo utilizzare la curcuma per preparare il tradizionale golden milk, il cosiddetto “latte d’oro” della tradizione ayurvedica: si tratta di una preparazione dalle caratteristiche antiossidanti che si realizza partendo da un cremoso cucchiaino di pasta di curcuma aggiunto a latte vaccino o di origine vegetale con un poco di miele.

Un’interessante alternativa per cambiare il sapore e il colore della propria colazione.

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Carboidrati, zuccheri semplici e zuccheri aggiunti: tra necessità e dolci alternative…

Carboidrati, zuccheri semplici e zuccheri aggiunti: tra necessità e dolci alternative…

Lo zucchero rappresenta un’importante fonte energetica rapidamente disponibile ma da gestire in maniera consapevole.

Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

Innanzitutto, di cosa parliamo quando affrontiamo l’argomento “carboidrati: zuccheri semplici e zuccheri aggiunti”?

I carboidrati sono una classe di nutrienti che sta alla base di un’alimentazione sana ed equilibrata e include sia quelli complessi che quelli semplici. Le linee guida per la popolazione italiana suggeriscono di mantenere complessivamente un apporto compreso tra il 45% e il 60% delle entrate energetiche giornaliere totali (SINU, 2014). L’energia proveniente dagli zuccheri semplici, quei carboidrati rapidamente disponibili ma poco sazianti, non dovrebbe costituire più del 15% dell’apporto energetico totale. Per il mantenimento di un buono stato di salute, l’indicazione è quindi prediligere “fonti alimentari amidacee a basso indice glicemico”, ovvero cereali integrali (come farro e orzo), prodotti derivati da farine integrali e legumi come lenticchie, ceci e fagioli.

Da cosa sono accomunati questi ultimi alimenti e come si differenziano dalle fonti di zuccheri semplici?

Sono accomunati tutti dall’elevato contenuto in fibra che consente di abbassare l’indice glicemico, garantendone un assorbimento più lento e, quindi, una sazietà più duratura. Al contrario, gli zuccheri semplici, per quanto utili nel caso di necessità di un apporto immediato di energia, non sono necessari in grosse quantità per la nostra alimentazione.

Un consumo eccessivo di prodotti dolciari e bevande zuccherine può condurre a un apporto di kcal in eccesso rispetto al nostro fabbisogno: basti pensare che alcune bevande in lattina arrivano a contenere anche 35-40g di zuccheri semplici.

Nel contesto di un’alimentazione bilanciata e per garantire un peso corporeo ideale a lungo termine è necessario mantenere controllato l’apporto di zuccheri a rapido assorbimento: una quota di essi verrà introdotta automaticamente con il consumo di alimenti benèfici come le 2 o 3 porzioni di frutta giornaliere e, per chi li consuma, i latticini come latte o yogurt. Non potendo diminuire tale quota di zuccheri perché queste fonti alimentari includono altri nutrienti fondamentali a cui non possiamo rinunciare, occorrerà porre attenzione agli zuccheri aggiunti, cioè quelli contenuti nei dolciumi di varia natura e nelle bevande zuccherate.

Carboidrati, zuccheri semplici e zuccheri aggiunti: tra necessità e dolci alternative…

Quali strategie possiamo utilizzare per ridurre l’apporto giornaliero di zuccheri semplici?

Nella pratica, ci sono alcuni accorgimenti che possono risultare molto utili. In primo luogo, si possono limitare gli zuccheri che provengono da bevande come soft drink (bibite analcoliche zuccherate tipo cola, ecc.) e alcolici zuccherini (cocktail a base di sciroppi di frutta, liquori, ecc.). Per i consumatori di centrifugati ed estratti, fare in modo che per persona vi sia indicativamente un quantitativo di frutta corrispondente a 150g (circa 1 porzione, anche di frutta mista) e il resto della bevanda sia costituito da verdura. Nel caso delle spremute e dei succhi di frutta, sia casalinghi che commerciali, è meglio che essi contengano solo gli zuccheri naturalmente presenti nella frutta e che siano consumati nella quantità di un solo bicchiere (circa 150-200ml). Sempre a proposito di bevande, bisogna tenere in considerazione anche lo zucchero che aggiungiamo a tisane, caffè e tè, soprattutto se ne consumiamo più tazze al giorno.

Il consiglio migliore è quello di disabituare le proprie papille gustative a un sapore eccessivamente dolce: bastano poche settimane in cui si riduce gradualmente lo zucchero da tavola aggiunto al caffè per riuscire ad apprezzarlo amaro oppure con solo una punta di zucchero.

E quando parliamo di dolci?

Nella preparazione di dolci casalinghi, a meno che lo zucchero non costituisca un ingrediente che garantisce la stabilità dell’alimento nel tempo (è il caso di sciroppi, confetture e alcune creme), si può semplicemente ridurne la quantità prevista nella ricetta originale. Per rendere le nostre preparazioni dolciarie gradevoli e profumate limitando l’utilizzo di zuccheri e senza ricorrere a dolcificanti di alcun tipo, si possono, inoltre, usare varie spezie: prime fra tutte cannella, vaniglia e cacao amaro. Anche cardamomo, zafferano e fava di tonka sono perfetti per conferire aromi ricercati ed esotici alle nostre ricette.

Carboidrati, zuccheri semplici e zuccheri aggiunti: tra necessità e dolci alternative…

Come regolarsi nel fare la spesa?

Al supermercato occorre abituarsi a leggere accuratamente le etichette dei cibi confezionati, non solo quelle degli ingredienti, ma anche le tabelle nutrizionali riferite a una singola porzione di prodotto che stiamo per acquistare. Troveremo indicata la voce carboidrati “di cui zuccheri”: considerando che gli zuccheri contenuti in una sola porzione di frutta sono circa 15g, è bene mantenersi al di sotto di questo quantitativo (ancora meglio se il livello di zuccheri è ulteriormente più basso) e scegliere, laddove possibile, prodotti integrali o senza zuccheri aggiunti. Questa indicazione ci orienterà nella scelta di snack, merendine e prodotti freschi come lo yogurt, nel quale, spesso e purtroppo, troviamo più di 4 cucchiaini di zucchero (oltre 20g!): in questo caso, meglio sceglierlo bianco, senza aggiunta di zucchero (quindi contenente solo quei 4-5g di zucchero naturalmente presenti nel latte) e aggiungere una piccola porzione di frutta fresca a cubetti o di frutta disidrata con cacao o cannella.

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I minerali preziosi per la nostra alimentazione

Nutrizione: fosforo, rame, magnesio, potassio e manganese

Fosforo, rame, magnesio, potassio e manganese; non solo macronutrienti, ma anche micronutrienti: minerali necessari in quantità limitate, ma essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo.

Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

Dott. Del Seppia, cosa sono i micronutrienti minerali?

I “micronutrienti” sono delle sostanze necessarie al nostro organismo in quantità molto limitate se confrontate con i nostri fabbisogni di “macronutrienti” (ovvero, carboidrati, proteine e grassi), i quali vanno invece assunti in quantitativi decisamente maggiori. Contrariamente ai macronutrienti, i micronutrienti non rappresentano una fonte energetica: questo vuol dire che non apportano kcal (unità di misura dell’energia che introduciamo). I micronutrienti includono, infatti, vitamine e minerali: entrambi sono indispensabili affinché il nostro corpo abbia un funzionamento ottimale in ogni distretto. Nei giusti grammi, milligrammi o microgrammi, è necessario quindi includerli nella nostra alimentazione per evitare problemi carenziali pericolosi per la salute.

Quali sono quelli più preziosi e che funzioni svolgono all’interno del nostro organismo?

Molteplici sono i minerali e molteplici sono le funzioni. Alcuni ricoprono un ruolo strutturale: è il caso del fosforo (P), che nel nostro organismo compone dei sali assieme al calcio (Ca) e tali sali costituiscono la struttura di ossa e denti, principalmente nella forma di fosfato di calcio che troviamo nei cristalli di idrossiapatite. Questo elemento è, inoltre, una componente fondamentale dei fosfolipidi che costituiscono le membrane delle nostre cellule (si tratta di molecole in cui i lipidi sono uniti a un gruppo fosfato). Il gruppo fosfato è essenziale anche per rendere disponibile l’energia nelle reazioni metaboliche che avvengono nell’organismo, per le quali, come vedremo, è determinante pure la presenza del magnesio (Mg).

Molti dei nostri enzimi non funzionerebbero senza la presenza di rame (Cu) e senza la loro azione non potrebbero avvenire moltissime reazioni chimiche indispensabili per la nostra salute. Il rame è un elemento importante per la corretta formazione dei globuli rossi ed è implicato nel mantenimento dei tessuti connettivi. Si tratta di un micronutriente prezioso per la salute della pelle e dei capelli poiché è coinvolto nei processi di cheratinizzazione; un suo apporto troppo elevato, tuttavia, può dare danni al fegato.

Il magnesio è indispensabile per il corretto funzionamento dei nostri muscoli, sia quelli volontari che quelli cardiaci; ricopre un ruolo rilevante anche a livello del sistema nervoso e della regolazione del metabolismo dei carboidrati. La funzione del magnesio è particolarmente preziosa in ambito femminile per la gestione della sindrome premestruale, inoltre, per la sua funzione miorilassante, è utile per prevenire crampi muscolari negli sportivi e per regolarizzare la funzionalità intestinale per coloro che hanno bisogno di ritrovare una loro regolarità.

Il potassio (K), assieme al sodio, esercita un’azione fondamentale nel regolare il passaggio di liquidi nelle nostre cellule (dall’interno all’esterno e viceversa). Il potassio entra in gioco nel funzionamento del cuore, dei muscoli scheletrici, del sistema nervoso. L’apporto di questo elemento deve essere aumentato in estate quando la sudorazione profusa ci fa perdere potassio (oltre a sodio e cloro).
Infine, ma non per ultimo, il manganese (Mn) che ricopre un ruolo saliente a livello del metabolismo dei macronutrienti citati in precedenza, proteggendoci dall’ossidazione perché permette il funzionamento di enzimi che tengono a bada i radicali liberi.

Nutrizione: fosforo, rame, magnesio, potassio e manganese

Come e in che quantità assumere questi minerali con l’alimentazione?

Il fosforo si trova principalmente in alimenti proteici di origine animale, in particolare nei latticini, ma anche nei prodotti ittici e nelle frattaglie (fegato in primis). È presente anche nei legumi e nei cereali, soprattutto integrali; Negli adulti sani, l’assunzione di fosforo raccomandata dalla SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) è di 700mg al giorno.

Il rame (assunzione raccomandata di 0,9mg/die nell’adulto) è ben rappresentato nei frutti di mare, nel cioccolato fondente, nel fegato, nella frutta secca (anacardi e arachidi in particolare), nei funghi e nelle biete.

Il magnesio è presente in buone quantità soprattutto nella frutta secca (mandorle, noci ecc.), nei cereali integrali, nelle loro farine e nel cioccolato amaro. Nei cibi cotti in acqua e nelle farine raffinate ce n’è meno rispetto ai corrispettivi alimenti consumati freschi o integrali. L’assunzione giornaliera raccomandata di magnesio è di 240mg.

Nutrizione: fosforo, rame, magnesio, potassio e manganese

Per quanto riguarda il potassio, invece, la SINU suggerisce un introito giornaliero adeguato di 3,9g. Questo minerale, così importante in questa stagione calda e afosa, contrariamente a quanto si crede, non è contenuto solamente nelle banane (che, fra l’altro, se scegliamo quelle grandi hanno un abbondante apporto di zuccheri) ma in generale nella frutta: ad esempio, ne sono molto ricchi i kiwi nella stagione invernale, in estate ribes e melone, ma è presente anche in molte verdure consumate crude (spinaci, rucola, finocchi) oppure cotte senza: la lessatura, infatti, comporta una perdita di questo prezioso nutriente proporzionale alla quantità di acqua utilizzata. Ciò sottolinea l’importanza di variare anche le tecniche di cottura per non avere carenze di alcun tipo. Il potassio è abbondante anche nella frutta essiccata e nei cereali non raffinati, in particolare grano saraceno e farro.

Mentre le fonti alimentari di manganese sono principalmente i cereali integrali, le mandorle, le nocciole, le patate, l’ananas e i frutti di bosco. L’assunzione adeguata di questo minerale è molto esigua, ma non per questo poco importante: 2,7mg per gli uomini e 2,3mg per le donne.

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La frutta secca, disidratata e i semi nelle nuove tendenze del consumo “on the go”

La frutta disidratata, la frutta secca e i semi per lo spuntino ideale

Sentiamo ripetere spesso quanto sia importante inserire degli spuntini tra i pasti principali, ma orientarsi nella scelta di cosa prediligere quando si è fuori casa per coniugare sazietà, salute e praticità non è affatto semplice.

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Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

 

Dott. Del Seppia, perché può essere utile fare uno spuntino a metà mattina e/o a metà pomeriggio?

La peculiarità dello spuntino è quella di essere un valido aiuto nel mantenere un equilibrato ritmo dei pasti: se l’alternanza è regolare, da un lato sarà più facile evitare esagerazioni nell’apporto calorico durante la giornata e quindi mantenere un peso corporeo adeguato; dall’altro, saranno garantiti i corretti livelli di energia e di concentrazione necessari per svolgere le nostre attività quotidiane. Lo spuntino è utile se viene scelto nel modo appropriato: va visto come un’occasione per mangiare qualcosa di sano. Il nostro stile di vita frenetico, tuttavia, ci costringe a trascorrere molto tempo fuori casa e questo può rendere più difficoltoso scegliere correttamente i fuoripasto. Ciò ci sottopone al rischio di comporre delle merende sbilanciate che fanno venire meno la connotazione salutistica dello spuntino.
È importante imparare a fare le giuste scelte anche quando si è di corsa e non si ha avuto la possibilità di organizzarsi per tempo, o quando non si può usufruire di un frigo né si ha la possibilità di lavare e sbucciare la frutta.

La funzione della merenda a metà mattina e/o a metà pomeriggio è quella di evitare di arrivare al pasto principale successivo con troppa fame, rischiando di mangiare di più di quanto ci occorre. Dall’altro lato, bisogna anche impedire che uno snack eccessivo ci faccia arrivare a pranzo o a cena già sazi o con poco appetito.

Le ultime tendenze vedono un incremento del consumo di frutta disidratata, frutta secca, ma anche di semi oleosi: di cosa si tratta e che caratteristiche hanno questi alimenti?

Due fattori accomunano questi alimenti: praticità e salubrità. Infatti, tutti e tre hanno delle proprietà salutari e si conservano a lungo senza bisogno del frigorifero. Le proprietà della frutta disidratata sono diverse e, in un certo senso, complementari rispetto a quelle della frutta secca e dei semi oleosi. Con il termine “frutta disidratata” ci riferiamo a quei frutti come bacche, frutti di bosco, albicocche, ecc. a cui è stata rimossa la maggior parte della componente acquosa durante il processo di disidratazione. I nutrienti originariamente presenti nella frutta fresca, pertanto, vengono “concentrati”: il risultato è un prodotto che, a parità di peso, è nettamente più zuccherino.

La disidratazione è un buon modo per godere di alcune delle azioni benefiche della frutta anche quando non la si ha a disposizione fresca; occorre però evitare di esagerare con le porzioni e non consumare la frutta essiccata da sola perché determinerebbe un rapido rialzo dei livelli di zuccheri nel sangue. È meglio abbinarla a degli alimenti oleaginosi come frutta secca o semi, in grado di abbassarne l’indice glicemico e prolungare il senso di sazietà che ne deriva.

E rispetto alla frutta secca e ai semi?

Questi due gruppi di alimenti, ideali anche prima dello sport e come spuntino, hanno caratteristiche affini e contengono una buona quota di grassi insaturi, da preferire rispetto a quelli saturi per la salute cardiovascolare. In entrambi i casi la densità calorica è elevata, è quindi bene consumarne delle piccole porzioni. Frutta secca e semi contengono anche una buona quota proteica e di fibra, risultando pertanto molto utili se consumati insieme a una fonte zuccherina così da rendere lo spuntino più bilanciato nei nutrienti. Contengono, inoltre, preziosi sali minerali (potassio, magnesio, calcio, fosforo) e vitamine (in particolare vitamina E).

La categoria della “frutta secca” include noci, mandorle, anacardi, arachidi, ecc. Il termine “frutta”, in questo caso, è un po’ impreciso in quanto ci riferiamo solamente a una parte del frutto (il gheriglio di noce è, più propriamente, un seme) o, addirittura, ad un legume, nel caso delle arachidi. All’insieme dei “semi oleosi” appartengono i semi di girasole, di lino, di zucca, di sesamo e anche i pinoli.

Esiste un modello di spuntino ideale?

Non esistono delle indicazioni categoriche a riguardo e non esiste uno spuntino ideale per tutti e per tutte le occasioni. Sicuramente, l’apporto calorico dello snack va soppesato in base al fabbisogno di ognuno e la dimensione dello spuntino va adattata anche in base a quanto tempo lo separa dal pasto successivo.

In una merenda equilibrata e completa, possono essere rappresentate tutte le seguenti componenti: carboidrati, preferibilmente a basso indice glicemico (cereali integrali) oppure zuccheri della frutta; fibra, per far perdurare la sazietà più a lungo; proteine, per rendere il pasto più equilibrato e abbassare l’indice glicemico; una piccola porzione di grassi buoni (monoinsaturi o polinsaturi).

Le fonti di questi nutrienti andranno opportunamente variate durante la settimana, anche in base alle esigenze e alla stagionalità. La semplicità e la fruibilità del pasto sono fattori basilari da tenere in considerazione, poiché permettono di riuscire a mantenere nel tempo delle abitudini alimentari corrette. Gli snack “on the go” sono quegli spuntini pratici per chi è sempre in movimento e fuori casa: si adattano alle esigenze quotidiane dell’individuo, permettendogli di mangiare qualcosa di salubre anche se non ha il tempo per prepararlo. Un’ottima soluzione per uno snack che faccia fronte anche alle esigenze di praticità può essere quella di scegliere delle barrette che contengano un mix di frutta essiccata, semi e una piccola percentuale di zuccheri della frutta, o un pacchetto di crackers da farina integrale a cui aggiungere una manciata di noci o mandorle.

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