Nutrizionista Dott. Andrea Del Seppia

Nutrizione clinica e sportiva - Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini

  • Home page
  • Chi sono
    • Curriculum Vitae
    • Presentazione
  • Servizi
    • Nutrizione e patologie
    • Nutrizione e sport
    • Nutrizione per obesità e sovrappeso
    • Nutrizione e terapia bariatrica
    • Nutrizione in gravidanza
    • Nutrizione pediatrica e per ragazzi
    • Nutrizione per vegetariani e vegani
    • Analisi composizione corporea
    • Test d’intolleranza al lattosio (Breath test)
    • Breath test ricerca disbiosi intestinale: SIBO
  • Foto e rassegne stampa
    • Congressi sulla nutrizione, articoli e interviste
    • Nutrizione per obesità: prima e dopo
    • Nutrizione sportiva: collaborazione con i campioni
    • Sport: ringraziamenti e traguardi
      • Matteo Signani
      • Orlando Fiordigiglio
      • Manuel Biagiotti
      • Michela Socci
      • Alessandro Onofri
      • Nicola Severi
    • Andrea Del Seppia ed il Cesena Calcio
    • Andrea Del Seppia ed il Perugia Calcio
  • News ed eventi
  • Blog
    • Nutrizione e benessere
    • Nutrizione in gravidanza
    • Nutrizione e sport
  • Contatti
Tu sei qui: Home / Archivi per Nutrizione e benessere

Better for you: i benefici e le proprietà di frutta, verdura e ortaggi

Better for you: i benefici e le proprietà di frutta, verdura e ortaggi

L’importanza di inserire frutta e verdura nell’alimentazione abituale è riconducibile a numerose proprietà benefiche per la nostra salute.

Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

 

Dott. Del Seppia, cosa sono gli alimenti a base vegetale?

Gli alimenti di origine vegetale sono un insieme eterogeneo di cibi, le cui proprietà nutrizionali dipendono dalla categoria di appartenenza: i gruppi principali di alimenti vegetali sono rappresentati da verdure, cereali, frutta fresca, frutta secca a guscio, legumi e semi oleosi. Numerosi studi hanno messo in risalto i benefici derivanti da un buon consumo di queste fonti alimentari. In generale, si tratta di alimenti ricchi di fibra, vitamine, minerali e sostanze antiossidanti fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo. Il loro consumo ha un effetto protettivo nei confronti di diverse malattie: si tratta di uno dei fattori che ci aiutano a rimanere più in salute e a vivere più a lungo (OMS, 2019).

Qual è il ruolo della fibra alimentare?

La fibra, componente non digeribile contenuta negli alimenti vegetali, permette di riempire meccanicamente lo stomaco stimolando il senso di sazietà e riducendo l’indice glicemico del pasto: gli ortaggi, in particolare, hanno un ottimo potere saziante e possono essere un aiuto fondamentale per tenere a bada il peso corporeo. In generale, gli alimenti ricchi di fibra aiutano a mantenere una buona regolarità e, riducendo il tempo di transito, riducono anche il tempo con cui il nostro intestino rimane in contatto con eventuali sostanze pericolose presenti nel cibo. La fibra alimentare, inoltre, contribuisce a controllare i livelli di lipidi e di zuccheri nel sangue. I carboidrati indigeribili contenuti in alcuni vegetali (ad esempio l’inulina della cicoria) hanno effetto prebiotico, ovvero favoriscono la proliferazione di una sana flora batterica intestinale.

Le raccomandazioni a livello mondiale (OMS, 2004) consigliano l’assunzione di cinque porzioni tra frutta e verdura (indicativamente tre porzioni di frutta e due di verdura al giorno).

Quali sono i vantaggi di avere un’alimentazione ricca di frutta e verdura?

Nonostante le numerose proprietà benefiche, il consumo di frutta e verdura viene molto spesso trascurato. Affinché venga esplicata una funzione preventiva e protettiva è indispensabile consumare come minimo 400 grammi di vegetali – escluse sostanze amidacee come i tuberi – ogni giorno (OMS, 2019). Frutta e verdura rappresentano delle fonti alimentari con poca densità calorica (hanno poche kcal) e con elevato valore nutrizionale (contengono molte vitamine e antiossidanti) e spesso possiedono un buon contenuto di acqua. Inoltre, molti vegetali sono ricchi di potassio che contrasta gli effetti negativi imputabili al sodio, minerale presente nel sale da cucina che, se assunto in quantità eccessive, può contribuire a innalzare la pressione arteriosa e determinare ritenzione idrica.

Quali sono le strategie per incrementare il consumo di alimenti di origine vegetale?

Si suggerisce di includere alcuni prodotti di origine vegetale possibilmente in ogni pasto della giornata. Nel corso dei pasti principali, si può fare in modo di consumare un primo piatto a base di cereali integrali non raffinati, come orzo o farro, e di legumi, come lenticchie o ceci (entrambi rappresentano un’ottima fonte energetica) conditi con abbondanti ortaggi. In alternativa, si può iniziare il pasto con un’insalata mista colorata o, ancora, accompagnare una pietanza con un contorno di verdure miste saltate o cotte al vapore, con aggiunta di olio extravergine d’oliva e aromi vari. Rendere la verdura protagonista di piatti multicolore è una strategia per evitare che venga considerata solo un banale e accessorio contorno.

Due o tre volte alla settimana, sostituire la pietanza di carne con un piatto a base di legumi può essere un buon escamotage per evitare l’assunzione di grassi saturi e di colesterolo e per aumentare l’introito di fibra giornaliero.

E per gli spuntini?

Il mio consiglio è di optare per della frutta fresca e/o delle verdure crude da sgranocchiare. Si può anche preparare una macedonia mista in modo che sia gustosa anche senza l’aggiunta di zuccheri. Sia la frutta che la verdura costituiscono, inoltre, un’ottima base per ricavare estratti o centrifughe: queste scelte possono essere una valida alternativa per fare uno spuntino sano e poco calorico. La frutta secca a guscio (come mandorle e nocciole) e i semi oleosi (come quelli di zucca o di girasole) contengono preziosi nutrienti e grassi monoinsaturi e polinsaturi: quelli contenuti nelle noci (gli omega 3), in particolare, svolgono un’azione antinfiammatoria. Frutta secca e semi oleosi sono ideali da gustare come snack, ma a causa della loro elevata densità calorica se ne consiglia un consumo moderato.

Quali varietà è meglio prediligere?

Per orientarsi nella scelta è consigliabile variare il tipo e i colori dei vegetali per garantire l’apporto di tutte le sostanze antiossidanti e vitaminiche: il colore della polpa di frutta e verdura, infatti, è dato dalla presenza di determinati pigmenti e vitamine, come per esempio gli antociani dell’uva e i carotenoidi delle carote. Questi micronutrienti sono utili per contrastare i processi ossidativi, proteggere i vasi sanguigni, aiutare il sistema immunitario e tanto altro. È fondamentale alternare verdure crude e cotte, poiché la biodisponibilità degli antiossidanti e dei minerali varia in base al metodo di cottura. Nel caso della verdura cruda vi è maggiore disponibilità di micronutrienti termolabili (che vengono compromessi dal calore, come la vitamina C) e idrosolubili (che si perdono nell’eventuale acqua di cottura, come il potassio). Le verdure cotte hanno comunque dei benefici, anzitutto perché ci garantiscono un abbondante apporto di fibra, dato che spesso riusciamo a mangiarne un quantitativo in grammi maggiore rispetto alla verdura consumata cruda (un piatto di insalata o di radicchio ha un peso esiguo). Per chi non è amante delle verdure tal quali, un’ottima opzione è quella di consumarle preparando cremose vellutate o minestroni. Inoltre, la bio-disponibilità di alcune sostanze aumenta con la cottura: è il caso del licopene, una molecola antiossidante di cui è ricco il sugo di pomodoro. In ogni caso, si consigliano sempre cotture non prolungate e con poca acqua.

È importante rispettare la stagionalità dei prodotti vegetali: broccoli e arance sono più buoni d’inverno, mentre pomodori e ciliegie sono da scegliere nella stagione calda.

I prodotti di stagione, oltre ad avere un gusto migliore, possiedono migliori proprietà nutritive: il maggior contenuto in vitamine lo ritroviamo quando il prodotto è appena raccolto o quando viene surgelato in tempi brevi. Per chi ha poco tempo, quindi, meglio evitare le verdure in scatola che sono ricche di sale e prediligere quelle surgelate subito dopo essere state raccolte.

Leggi l'articolo completo sul sito Misura®

Leggi l'articolo di presentazione sulla pagina ufficiale Facebook di Misura®

Link alla pagina del Dott. Andrea Del Seppia sul sito Misura®

 

Misura® è un marchio registrato di Colussi S.p.A. Il materiale riportato in questo articolo è di proprietà di Colussi, che ne ha autorizzato la pubblicazione.

Archiviato in: Nutrizione e benessere Etichettato con: andrea del seppia, frutta, nutrizione, ortaggi, verdura

Come avere un approccio consapevole al latte e ai suoi derivati

Intolleranza a latte e latticini

Il latte rappresenta la prima fonte di nutrimento che introduciamo durante l’arco della nostra vita. Attraverso l’allattamento, infatti, il neonato si nutre di un vero e proprio alimento in grado di soddisfare in maniera completa i propri fabbisogni nutrizionali. Con la crescita, però, la capacita di digerire lo zucchero presente nel latte (lattosio) e la sua proteina (caseina) può essere ridotta.

Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

 

Dott. Del Seppia, che tipo di zuccheri sono presenti nel latte e come vengono digeriti?

Lo zucchero più presente nel latte è il lattosio. Chimicamente, il lattosio è un “disaccaride”, ovvero uno zucchero composto che durante la fase digestiva viene scisso in due unità più piccole di glucosio e galattosio, che a loro volta vengono poi assorbite a livello intestinale. Fisiologicamente, l’assimilazione del lattosio, legata alla produzione di enzimi specifici quali le lattasi prodotte dall’intestino e dalla flora batterica intestinale, può ridursi nel tempo creando fenomeni denominati di intolleranza al lattosio. Questa condizione impedisce l’assimilazione di tale zucchero, il quale si ritroverà nell’intestino creando disturbi gastrointestinali legati all’osmosi, ovvero al richiamo di acqua nelle feci e fermentazione in idrogeno e metano da parte dalla flora batterica, sintomatologia tradotta in feci liquide, dolore e gonfiore addominale.

 

Come si comportano le lattasi e come si sviluppa un’intolleranza al lattosio?

Le lattasi, vengono prodotte dai nostri geni nel corso dei primi anni di vita. La loro produzione è stimolata dall’assunzione di latte materno da parte del neonato. Dopo lo svezzamento, però, la trascrizione del gene viene sotto regolata (diminuzione genetica programmata), il che comporta una conseguente e minore produzione delle lattasi intestinali. Questa riduzione si osserva circa nel 75% della popolazione adulta.

Qual è, dunque, il comportamento alimentare che si deve tenere di fronte a una intolleranza al lattosio?

Le persone che presentano tale problematica dovranno consumare alimenti detti delattosati, ovvero “senza lattosio” o con bassi residui (come, ad esempio, i formaggi ad alta stagionatura).

Dallo zucchero lattosio alla proteina caseina…

Il latte presenta anche una ricca componente proteica, composta prevalentemente dalle proteine del siero e dalla caseina. Quest’ultima, di cui il latte vaccino è molto ricco, è necessaria alla coagulazione del latte per la formazione del formaggio, ma è anche la principale causa di allergia al latte e derivati.

Intolleranza a latte e latticini

Che cos’è un’allergia e come si distingue da un’intolleranza?

L’allergia è un fenomeno ben diverso dall’intolleranza, in questo caso, infatti, si ha una vera e propria risposta immunologica che coinvolge il nostro sistema immunitario ed è caratterizzata dalla produzione di anticorpi IgE. Nel caso dell’allergia al latte, la caseina si comporta, quindi, da allergene, ovvero una molecola estranea (detta antigene) verso cui si scatena il nostro sistema immunitario. Una reazione allergica si presenta pochi minuti dopo l’ingestione di latte (10-20 minuti) e con sintomi molto più violenti rispetto a quelli dell’intolleranza, e a carico di vari distretti, quali, per esempio, l’apparato gastrointestinale, respiratorio e cutaneo con reazioni che possono arrivare allo shock anafilattico.

Come ci si deve comportare quindi se si ha una allergia alle caseine?

In generale, l’allergia alle caseine viene affrontata tramite un intervento dietetico che esclude completamente dalla dieta il latte e tutti i suoi derivati, compresi i prodotti cosiddetti delattosati che invece erano consigliati per chi soffre di intolleranza.

Leggi l'articolo completo sul sito Misura®

Leggi l'articolo di presentazione sulla pagina ufficiale Facebook di Misura®

Link alla pagina del Dott. Andrea Del Seppia sul sito Misura®

 

Misura® è un marchio registrato di Colussi S.p.A. Il materiale riportato in questo articolo è di proprietà di Colussi, che ne ha autorizzato la pubblicazione.

Archiviato in: Nutrizione e benessere Etichettato con: intolleranza al lattosio, nutrizione, proprietà alimenti

Alimentazione e indice glicemico

Corretta alimentazione e indice glicemico

Uno dei parametri con cui valutare la scelta del cibo è rappresentato sicuramente dall’indice glicemico, ovvero, quel valore che misura la velocità con cui i vari alimenti fanno aumentare il livello di glucosio nel sangue (glicemia).

Intervista di Misura al Dott. Andrea Del Seppia

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

 

Dott. Del Seppia, può spiegarci che cos’è l’indice glicemico e perché è così importante?

Innanzitutto, l’indice glicemico (IG) ci consente di classificare un alimento in base alla sua velocità di conversione in glucosio e quindi in energia. A seconda della velocità con cui fanno innalzare la glicemia, i vari cibi vengono infatti definiti “a basso, medio o alto indice glicemico”. Ad esempio, i cereali integrali e i legumi hanno un IG basso e sono convertiti lentamente in glucosio circolante. La glicemia, in questo caso, cresce in maniera graduale e, in modo altrettanto graduale, viene rilasciata una quantità di insulina, l’ormone adibito alla riduzione dei livelli di glicemia in eccesso, che farà utilizzare gli zuccheri disponibili alle cellule: tali alimenti forniscono energia a lento rilascio e a lungo termine.
Al contrario, sostanze ad alto IG come le patate, le confetture o la frutta molto zuccherina entrano in maniera repentina nel sangue e forniscono energia immediata a breve termine poiché altrettanto velocemente l’ormone insulina ridurrà i valori glicemici.

Quali sono i fattori che influenzano l’indice glicemico?

I principali fattori che contribuiscono a ridurre l’IG di un alimento sono la compresenza di fibra, di proteine e/o di grassi all’interno del pasto o dell’alimento stesso. I cereali integrali come avena o farro, ricchi di fibre alimentari, hanno un IG inferiore rispetto al riso brillato; la pasta integrale, rispetto alla comune pasta di semola, ha un IG più basso grazie al maggiore contenuto di fibre e proteine.
Nella composizione degli amidi, che sono una tipologia di carboidrati complessi, la presenza preponderante dell’amilosio (una lunga struttura lineare) rispetto all’amilopectina (una struttura ramificata) abbassa l’IG: ad esempio, mais e patate hanno poco amilosio e quindi un IG elevato; le lenticchie, invece, hanno molto amilosio e un IG basso. Nel caso della frutta, il grado di maturazione influisce sull’IG: di norma quella acerba ha valori più bassi rispetto a quella molto matura (più dolciastra).

Anche le tecniche di cottura incidono: una bollitura prolungata degli alimenti amidacei determina un aumento dell’IG. Infatti, la pasta cotta per lungo tempo (e quindi più idratata) darà una risposta glicemica più rapida rispetto a quella data dalla pasta lasciata “al dente”; quest’ultima ha anche il vantaggio che, essendo più dura, induce a una masticazione più lenta, favorendo il senso di sazietà.

Viceversa, l’IG si riduce con la tostatura del pane e con il raffreddamento dei carboidrati: ad esempio, la pasta fredda, le insalate di riso e cereali o le patate bollite, se poi lasciate raffreddare, hanno un IG più basso rispetto a quando gli stessi alimenti vengono consumati appena cotti.

L’indice glicemico ci può permettere di dividere gli alimenti in “buoni” e “cattivi”?

Non si tratta di un parametro sufficiente poiché indica solo quanto velocemente si alza la glicemia e non fornisce alcuna informazione in merito alla quantità di glucidi. Questo valore da solo non descrive quanto è alto il picco di glucosio nel sangue, solamente quanto in fretta lo si raggiunge. Per una valutazione più completa è stato introdotto il concetto di carico glicemico (CG), che tiene conto sia della qualità che della quantità dei glucidi ingeriti. Il CG dipende dalla porzione, mentre l’IG è fisso.

Ad esempio, una pizza margherita con impasto integrale non ha un IG particolarmente elevato, tuttavia contiene una porzione abbondante di glucidi, quindi il suo CG è alto. Viceversa, i carboidrati contenuti nelle carote cotte fanno alzare la concentrazione di glucosio nel sangue piuttosto velocemente, ma una carota contiene pochi carboidrati quindi, nel complesso, ha un basso CG.

Il concetto di CG riflette l’importanza di non perdere di vista le dimensioni delle porzioni e di considerare anche l’apporto calorico totale: semplificando, se vi è un eccesso di calorie rispetto al fabbisogno, il glucosio in eccesso verrà convertito in tessuto adiposo (grasso di deposito).

Corretta alimentazione e indice glicemico

Come incide l’indice glicemico degli alimenti sul nostro organismo?

Abbiamo visto che per rallentare l’assorbimento dei carboidrati contenuti in un pasto si possono aggiungere sostanze come fibra, proteine o grassi. Nella pratica, occorre farsi guidare dal buonsenso e dalle linee guida: non è sensato aggiungere grassi in maniera smodata o incrementare eccessivamente la porzione proteica con la finalità di ridurre l’indice glicemico.
È invece raccomandabile aggiungere ad ogni pasto una buona fonte di fibra: ad esempio, scegliendo una pasta integrale cotta al dente a cui si aggiungono delle zucchine, una porzione adeguata di salmone ed un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva; otterremo un pasto a basso indice glicemico, con un rilascio graduale di energia che ci fornirà un senso di sazietà prolungato.

Un altro accorgimento per abbassare l’IG e per aumentare il senso di sazietà è quello di iniziare il pasto con una buona porzione di verdura di stagione, cotta o cruda.

Per quanto riguarda gli spuntini, si può abbinare la frutta fresca mangiata con la buccia – che è spesso edibile e ricca di fibra, purché non sia trattata con prodotti nocivi – con una piccola porzione di frutta secca che ne rallenta l’assorbimento, oppure accompagnare un estratto o centrifugato di verdura e frutta con un paio di cracker integrali.

Leggi l'articolo sul sito Misura®

Leggi l'articolo sulla pagina ufficiale di Misura®

Link alla pagina del Dott. Andrea Del Seppia sul sito ufficiale Misura®

Misura® è un marchio registrato di Colussi S.p.A. Il materiale riportato in questo articolo è di proprietà di Colussi, che ne ha autorizzato la pubblicazione.

Archiviato in: Nutrizione e benessere

Come mettersi a tavola con la giusta Misura…

Andrea Del Seppia

In un mondo in cui i consigli nutrizionali vengono proposti ovunque, risulta difficile riuscire a distinguere le informazioni veritiere da quelle ingannevoli e capire quali sono gli elementi davvero importanti per seguire una dieta bilanciata. Spesso, mancano le nozioni di base per avere un’alimentazione equilibrata e questo si ripercuote sulla salute.

Intervista al Dott. Andrea Del Seppia, a cura di Misura®

Approfondiamo l’argomento con il nostro nutrizionista, Dott. Andrea Del Seppia.

Dott. Del Seppia, la nutrizione è una scienza complessa e in continua fase di studio, ma vi sono dei capisaldi ben definiti e validati da tempo, ce ne parla?

La scienza non si fonda su pareri, ma su dati affidabili, e anche in campo dietetico vi sono evidenze che permettono di estrapolare consigli generici validi per la popolazione, in generale. Capita spesso di veder attribuite proprietà miracolose a qualche frutto esotico o di leggere che una determinata categoria di alimenti costituisce un “veleno” se inclusa nell’alimentazione quotidiana. Alcuni cibi sono particolarmente protettivi per il nostro organismo, mentre altri, se consumati in eccesso, possono risultare dannosi. Tuttavia, capita spesso di imbattersi in affermazioni estremistiche che possono far perdere la visione globale di cosa sia realmente importante nel contesto di un’alimentazione bilanciata. Se non consideriamo il panorama in cui viene assunto, nessun alimento funge da panacea per ogni male.

Cosa significa, dunque, seguire una dieta bilanciata?

La nutrizione non è solo lo strumento per soddisfare i fabbisogni energetici giornalieri, ma uno dei fattori che permettono di vivere in un buono stato di salute prevenendo carenze nutrizionali. Un’alimentazione adeguata deve includere tutti i nutrienti nelle giuste quantità e non deve considerare solo le calorie (una misura meramente quantitativa), ma tenere conto di valutazioni qualitative degli alimenti e di una buona bilanciatura dei macronutrienti.

Mangiare in modo equilibrato significa nutrirsi in maniera varia, non monotona, senza esclusioni immotivate di determinati alimenti. Implica anche un corretto appagamento del palato, una sana convivialità, l’equilibrio dei fattori psicologici connessi al cibo, senza tralasciare fattori di natura economica e organizzativa. Un’alimentazione equilibrata è rappresentata da un modello che sia sostenibile nel lungo termine e che concretizzi l’origine greca della parola “dieta”: modo di vivere.

 

Quali sono i cardini di un’alimentazione corretta?

I Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana (LARN, IV Revisione, SINU 2014) forniscono dei parametri che permettono di formulare indicazioni salutistiche in ambito alimentare. Queste linee guida danno dei range di valori e non dei valori fissi, includendo un margine che tiene conto della variabilità dei fabbisogni di ognuno.

Non esiste un piano alimentare perfetto, standardizzato e ideale per tutti gli individui in salute: sarà compito del professionista della nutrizione erogare un intervento dietetico personalizzato in base alle specifiche condizioni individuali. I fabbisogni energetici dipendono dalle differenti esigenze fisiologiche personali (statura, attività fisica, età, ecc.), sono espressi in calorie e vengono soddisfatti dall’apporto di macronutrienti: carboidrati, proteine e grassi.

Mediterranean diet

Tra il 45 e il 60% del fabbisogno energetico giornaliero deve essere soddisfatto dall’apporto di carboidrati, spesso demonizzati immotivatamente: in realtà costituiscono una fonte energetica indispensabile per il corretto funzionamento del nostro organismo dai muscoli al cervello.

Bisognerebbe prediligere cereali integrali (farro, orzo, pasta integrale, farine integrali) e pseudocereali (grano saraceno, quinoa), legumi e condire la comune pasta di semola con abbondante verdura. Il consumo di zuccheri semplici, invece, non dovrebbe fornire più del 15% dell’apporto energetico totale.

Tra le fonti di zuccheri semplici, è appropriato preferire quegli alimenti “indispensabili” come la frutta e la porzione consigliata di latticini o sostitutivi, ad esempio una porzione di yogurt a colazione o merenda. La fibra alimentare è una componente dei vegetali che non digeriamo (quindi ha un apporto calorico prossimo allo zero) ma che esplica – se assunta nelle quantità adeguate – azioni benefiche principalmente a livello dell’intestino e del senso di sazietà. Verdura cotta e/o cruda, frutta, cereali integrali, legumi e frutta secca garantiscono un buon apporto di fibra: occorre assumerne minimo 25 grammi al giorno.

L’apporto medio giornaliero di proteine nell’adulto sano può variare tra 0.9 e 1.1 grammi per chilo di peso corporeo, da incrementare in caso di aumentato fabbisogno come durante la crescita, in stato di gravidanza o nel caso di attività fisica intensa. Le fonti proteiche, nell’arco della settimana, vanno alternate tra pesce, legumi (i quali, oltre a carboidrati, contengono anche una buona quota proteica), carni magre, uova, latticini, eventuali prodotti derivati dalla soia, affettati magri e, in maniera più ridotta carni rosse, elaborate e salumi.

Mediterranean diet

I lipidi, o grassi, non devono fornire più del 30% delle calorie giornaliere. Questa percentuale non deve scendere al di sotto del 20% delle calorie totali per non creare squilibri. Nelle scelte quotidiane si consiglia l’utilizzo di olio extravergine d’oliva come principale condimento e di limitare le fonti di grassi saturi come burro, panna, salse ricche di grassi, olio di palma, carni grasse e formaggi. Occorre assicurarsi la presenza di alimenti ricchi di lipidi polinsaturi come il pesce d’acqua fredda o la frutta secca, in particolare le noci. Da limitare anche fritture e margarine vegetali.

Se dovesse consigliare una dieta in linea con questi parametri quale sarebbe?

Nel 2010 la Dieta Mediterranea è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Il modello mediterraneo non si riferisce solo a ciò che mettiamo nel piatto: non si tratta di una serie di alimenti, bensì di un insieme di “competenze, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni concernenti la coltivazione, la raccolta, la pesca, l’allevamento, la conservazione, la cucina e soprattutto la condivisione e  il consumo di cibo” (UNESCO, 2010).

Leggi l'articolo completo sul sito Misura®

Leggi l'articolo di presentazione sulla pagina ufficiale Facebook di Misura®

Link alla pagina del Dott. Andrea Del Seppia sul sito Misura®

 

Misura® è un marchio registrato di Colussi S.p.A. Il materiale riportato in questo articolo è di proprietà di Colussi, che ne ha autorizzato la pubblicazione.

Archiviato in: Nutrizione e benessere

Il cibo come fonte di benessere

  • Dott. Andrea Del Seppia

    Nutrizionista

Collaborazione sulla nutrizione con Misura

Da Gennaio 2019, il Dott. Andrea Del Seppia diventa il nutrizionista di riferimento del brand Misura. Accompagnerà per tutto l'anno i social Misura, fra consigli, rubriche e curiosità che avranno come unico scopo il benessere legato alla nutrizione.

 

Percorso professionale del Dott. Andrea Del Seppia

Nutrizionista clinico e sportivo, il Dott. Andrea Del Seppia è responsabile del servizio nutrizione clinica e dietetica presso la casa di cura Malatesta Novello, a Cesena (ospedale privato accreditato).

Quando ancora non aveva conseguito la Laurea in Scienze dell’Alimentazione, Andrea seguiva già due grandi passioni, lo sport e la sana alimentazione. Calciatore di formazione, appende gli scarpini al chiodo per lanciarsi tra i sentieri dell’Appennino emiliano in sella alla mountain-bike e tornare poi verso il mare per lasciarsi conquistare dalla tavola da surf con la quale, non appena gli impegni professionali lo consentono, scende in acqua tra le coste italiane e quelle della Spagna, sua seconda patria di adozione.

L’interesse per l’alimentazione sana e naturale lo porta dapprima a conseguire la Laurea triennale in Scienze degli Alimenti presso Alma Mater Studiorum Università di Bologna e nel 2011 a specializzarsi con la Laurea Magistrale in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Perugia.

 

All'attività di nutrizionista in diverse cliniche, dove si occupa del trattamento nutrizionale di tutte le patologie correlate all’alimentazione, affianca l'attività di nutrizionista sportivo per aiutare atleti di diverse discipline alla massimizzazione della prestazione sportiva.

 

Attualmente, è responsabile dell’area nutrizione del Perugia Calcio e nutrizionista personale di diversi atleti professionisti, tra cui il pugile Matteo “Il Giaguaro” Signani, campione intercontinentale WBA dei pesi medi nel 2015.
Il Dott. Andrea Del Seppia è iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi sezione A.

Andrea Del Seppia

Leggi l'articolo completo sul sito Misura®

Leggi l'articolo di presentazione sulla pagina ufficiale Facebook di Misura®

Link alla pagina del Dott. Andrea Del Seppia sul sito Misura®

 

Misura® è un marchio registrato di Colussi S.p.A. Il materiale riportato in questo articolo è di proprietà di Colussi, che ne ha autorizzato la pubblicazione.

Archiviato in: Nutrizione e benessere

  • « Pagina precedente
  • 1
  • …
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • Pagina successiva »

Cerca

Articoli recenti

  • Integratori alimentari per lo sport
  • Cosa sono i disturbi alimentari?
  • Ravenna: Il nutrizionista sportivo Dott. Andrea Del Seppia spiega la dieta durante le feste
  • Rimini – Dott. Andrea Del Seppia: “ecco come prevenire l’obesità nei bambini”
  • Arachidi. Una tira l’altra

Strutture presso le quali ricevo

Provincia di Forlì - Cesena
  • Casa di Cura Malatesta Novello, Ospedale privato accreditato, Cesena
  • Poliambulatorio IS.M.A.C., Gatteo (FC)
  • Poliambulatorio Arcade, Savignano
  • Primus Medical Center Day Hospital, Forli
  • Poliambulatorio Omnialab, Forlimpopoli

Provincia di Ravenna
  • Ravenna Medical Center - GVM, Ravenna

Provincia di Rimini
  • Centro Medico Gelso Sport, Bellaria – Igea
    Marina

  • Clinica Nuova Ricerca - Rimini

Milano - C.so Lodi, 114

Seguimi sui social media

  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • RSS

Contatti

Dott. Andrea Del Seppia
47522 Cesena (FC) - Italia
Telefono: +39 349 18 24 495
Partita IVA: 04000540403
Email:

Privacy Policy
Cookie Policy
Strumenti Privacy
Chi sono
Termini legali
Contatti

Copyright © 2016–2025 Andrea Del Seppia - Tutti i diritti sono riservati · Login

Gestione del consenso dei cookie

(Informativa sintetica/breve)

Questo sito web utilizza i cookie

In questo sito web sono preselezionati solo cookies necessari/tecnici necessari alla navigazione.
Per conoscere nel dettaglio quali cookie utilizziamo leggi la nostra informativa cookies (estesa).
Cliccando sulla "X" in alto a destra o sul pulsante “Rifiuta tutti” saranno mantenuti attivi solo i cookies necessari, cioè quelli tecnici che consentono la navigazione nel sito.
Cliccando su “Accetta tutti” si autorizza l’uso di tutti i cookies.
Cliccando su “Personalizza” si può scegliere in modo libero e consapevole quali cookies attivare o lasciare disattivati.
Una volta chiuso il banner sarà presente un pulsante che darà la possibilità di modificare le scelte sui cookie effettuate precedentemente.

Necessari Sempre attivo
La memorizzazione o l'accesso funzionale è strettamente necessario al fine legittimo di consentire l'utilizzo di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo fine di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
La memorizzazione o l'accesso alle preferenze è necessario per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
Archiviazione o l'accesso alle statistiche utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione o l'accesso di statistiche anonime che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato giudiziario, un'adesione volontaria da parte del tuo fornitore di servizi Internet o registrazioni aggiuntive da parte di terzi, le informazioni archiviate o recuperate solo per questo scopo non possono solitamente essere utilizzate per identificarti.
Marketing
L'archiviazione o l'accesso a fini di marketing è necessario per creare profili utente per inviare pubblicità o per tracciare l'utente su un sito Web o su più siti Web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
Personalizza
{title} {title} {title}